16 Novembre 2017

In numerose realtà italiane esiste oggi un team multidisciplinare dedicato alla gestione del carcinoma della prostata. Si tratta di un gruppo di figure professionali diverse, tra cui urologo, oncologo, radioterapista, ma anche internista, radiologo, anatomopatologo, medico nucleare, psicologo e ricercatori di base, che consente di offrire strategie terapeutiche univoche per la cura del carcinoma prostatico, qualità dell’assistenza ed esauriente informazione del paziente e della famiglia.

Risponde:

Roberto Bortolus

CRO Aviano

Multidisciplinarietà nella gestione del carcinoma prostatico: questo direi che dovrebbe essere il topic, cioè se noi abbiamo un tumore della prostata non possiamo pensare che deve essere trattato da un singolo Specialista.

Il tumore della prostata è un tumore che si può guarire, si guarisce una grossa percentuale dei casi, ma si può anche fallire. Fallire non vuol dire morire, fallire vuol dire non scegliere o non essere indirizzati verso e l'approccio terapeutico più idoneo.

Credo sia indispensabile al giorno d'oggi che l'urologo, il radioncologo, l'oncologo medico, il radiologo se c'è, l'anatomopatologo, il medico nucleare insieme formino un team di esperti, un expertise che deve dare al paziente la risposta giusta per il problema. Una risposta giusta che deve essere la personalizzazione del trattamento, una personalizzazione del trattamento che deve passare attraverso la qualità di vita del paziente, la quantità di vita attesa, il rapporto con i suoi familiari, il rapporto con l’hinterland in cui vive… ecco il team multidisciplinare deve raccogliere tutte queste informazioni e deve, valutando il tipo di tumore, l'aggressività del tumore eccetera, dare l'approccio terapeutico più idoneo e più indicato.

Non è una banalità, ma anche nel 2017 capita di vedere spesso dei pazienti che iniziano male l'approccio terapeutico perché vanno da uno specialista e incominciano una terapia che poi potenzialmente è sbagliata e gli specialisti poi devono modificarla… Allora, si può guarire, si guarisce una grossissima percentuale dei casi, però, mi raccomando, il tumore della prostata e la patologia prostatica, oncologica in generale, deve essere valutata, trattata da un team multidisciplinare. Solo più teste messe insieme danno la risposta terapeutica.

Pensate che negli Stati Uniti hanno fatto un sondaggio in cui se il caso veniva presentato - anche all'interno di team multidisciplinare - dal chirurgo urologo la maggior parte dei pazienti switchava verso la chirurgia; se veniva presentato in minima parte da radioncologo switchava verso la radioterapia. Ecco, sembra logico, però è logico se è discusso all'interno di un team, altrimenti non è logico neanche questo atteggiamento.

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