Quattro o più tazze di caffè al giorno riducono il rischio di recidiva
Una buona notizia per gli amanti del caffè: gli uomini che consumano 4 o più tazze di caffè al giorno riducono il rischio di recidiva del tumore della prostata del 59% rispetto a chi ne fa un consumo inferiore o addirittura ne beve solo qualche tazza a settimana.
È il risultato di un nuovo studio condotto da Janet L. Stanford, responsabile del Program in Prostate Cancer Research della Fred Hutch Public Health Sciences Division di Seattle.
La ricerca è stata eseguita su 1001 pazienti di età compresa tra i 35 e i 74 anni di età al momento della diagnosi, sopravvissuti al cancro della prostata. Ai partecipanti è stato sottoposto un questionario con domande che spaziavano dalle abitudini alimentari al consumo di bevande nei periodi precedenti e successivi alla malattia e che raccoglieva informazioni sullo stile di vita, la presenza di altri casi di tumore in famiglia, l’uso di farmaci e gli screening effettuati.
I pazienti coinvolti sono stati seguiti per più di 5 anni a partire dalla diagnosi per controllare la presenza di recidive o la progressione della malattia. Il consumo quotidiano di caffè è risultato associato a un minor numero di recidive con un rallentamento della progressione del tumore. Il tasso di mortalità, tuttavia, sembra restare invariato.
Purtroppo gli effetti del caffè su cuore, sistema nervoso e apparato digerente sono ben noti e il suo effetto dannoso è stato confermato da diversi studi, rendendone pertanto consigliabile un consumo limitato; ulteriori ricerche su quale principio della bevanda sia responsabile di questa azione benefica sulla prostata potrebbe essere utile per sviluppare terapie di prevenzione del tumore della prostata.
Il World Cancer Reasearch Fund International sconsiglia il consumo di carni rosse e lavorate. Ma quali effetti hanno le carni bianche sul rischio di tumore alla prostata?
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Una revisione dei precedenti studi sul tema sembra confermare l’esistenza di una relazione tra consumo di pomodori e riduzione del rischio di tumore alla prostata, grazie alla presenza di una sostanza nota come licopene.